-------------------------------------------------

-------------------------------------------------

CHI SIAMO

La"feam" é una ditta giovane, ma con alle spalle una lunga esperienza tramandata da padre in figlio...una storia di passione per la lavorazione del ferro forgiato.
é in costante crescita nel settore della progettazione, produzione e posa in opera di elementi e composizioni in ferro forgiato, fornendo un prodotto di qualitá curato nei particolari... conservando le stesse tecniche di lavorazione che i grandi artigiani del ferro hanno saputo tramandarci nel tempo.

L'intera lavorazione delle nostre opere in ogni sua fase, viene realizzata esclusivamente nel nostro laboratorio. c'è una grande e accurata ricerca estetica riguardo all'accostamento di forme e colori. Le nostre opere sono legate insieme dal fuoco dalla saldatrice e dalle nostre mani. Plasmiamo ogni vostra idea e la rendiamo reale, complemento d'arredo, o oggetto unico. Realizziamo lavori su misura per ogni ambiente e per tutte le esigenze e soluzioni per case, locali, strutture ed ambientazioni a tema...

lunedì 30 marzo 2009

portone blindato





venerdì 27 marzo 2009

un lavoro ben fatto


Quando un lavoro è ben fatto la soddisfazione è davvero grande...

sopratutto quando il lavoro in causa non è stato richiesto nello specifico ma il cliente ti ha dato tutta la libertà di interpretazione per realizzarlo, quindi piena fiducia....

ed ecco che scatta quella molla che comincia a farti vedere il lavoro già finito, a pensare come lo potrai realizzare, a spingerti oltre e provare tecniche e metodi che non avevi mai usato prima, non per volontà ma semplicemente per una questione di mercato....purtroppo!

Allora si comincia e la sfida con te stesso è davvero forte e in ogni fase i problemi, i dubbi di come, e di cosa, diventano sempre più grandi... ma basta accendere il fuoco e mettere dentro il pezzo che man mano si riscalda per superare tutto e cominciare a creare seguendo solo l'istinto naturale, usando occhi e mani per calibrare, martello e tenaglie per dominare la dura materia, fuoco e tecniche per diminuire la fatica, sempre di più... fino a prendere sempre più forma... quella desiderata.

La fatica, gli occhi che bruciano per il nero fumo, i muscoli che fanno male...

ma non riesci a fermarti tutto procede e non vedi l'ora di riuscire a dare piena forma al tuo progetto e il bello è proprio questo, riuscire a interpretare con il metallo quello che è impresso nella tua testa superando tutti gli ostacoli avversi, tutto questo per provare alla fine quella forte soddisfazione che ti appaga e ti fa dire: Ben fatto!

domenica 22 marzo 2009

ESTEMPORANEE DI FORGIATURA

Calendario delle principali estemporanee di forgiatura:
ANNO 2009



POZZONOVO (PD) 8° Edizione della biennale "Extemporanea di Forgiatura" e 2° trofeo "Colpo d'Artista"
1 - 2 -3 Maggio 2009




FELTRE (BL) "Mostra regionale dell'artigianato artistico e tradizionale città di Feltre"
25 - 26 - 27 - 28 Giugno 2009





STIA (AR) "XIIX Biennale Europea d'Arte Fabbrile"
3 - 4 -5 -6 Settembre 2009




S. MARCO D'ALUNZIO (ME) "Il fascino del ferro battuto"
Agosto 2009


ARCO (TN) "3° Concorso internazionale di forgiatura"

sabato 21 marzo 2009

frontalino copri tv



pergamene copri tv realizzate in lamiera plasmata e forgiata

braciere alare per caminetto



venerdì 20 marzo 2009

insegna per locale pubblico

Insegna stile moderno realizzata in ferro forgiato e legno intagliato






altra veduta





domenica 15 marzo 2009

La storia del ferro battuto


L'età del ferro che seguì quella della pietra e del bronzo, si fa storicamente risalire al 1000 a.C., anche se è documentato l'uso di scalpelli di ferro nell'Egitto del 3000 a.C. E sono note le disfatte degli eserciti dei Faraoni contro i "barbari " ittiti dell'Asia Minore armati di spade forgiate nel duro metallo. Pur essendo il metallo più abbondante in natura, la diffusione del ferro fu assai lenta perché solo molto


Incisione raffigurante fucina primordiale

più tardi s'imparò che la massa di ferro fuso, ottenuta nei primi rudimentali forni a terra, e piena di impurità minerali, doveva essere nuovamente scaldata e forgiata per diventare il metallo duro ed elastico che conosciamo.
Stiamo parlando della nascita del Ferro Battuto e della figura del Fabbro, subito visto come demiurgo, artefice capace, con l'ausilio dell'acqua e del fuoco, di trasformare la materia. L a mitologia greca prima, con Efesto, e quella romana poi, con il rispetto sempre tributato al Gran Fabbro Vulcano, consacrarono definitivamente il Fabbro e la sua Arte conferendo loro quell'aspetto di "magia" che, almeno in parte, li hanno accompagnati fino ai tempi più recenti.



Raffigurazione su vaso
greco di Efesto

La capacità di domare il metallo più duro (e quindi utile) e scorbutico e di cambiarne le caratteristiche meccaniche per mezzo della forgiatura e della tempra, ponevano il fabbro, così come il medico o l'astrologo, a far parte di quella categoria di uomini il cui lavoro, importantissimo per il resto dell'umanità, abbisognava di qualche contributo divino per riuscire al meglio, e pretendeva, quindi, un rapporto speciale con gli Dei. Non sorprende questo se si pensa all'importanza che doveva avere, allora, il fatto che la propria spada non si spezzasse al primo impatto, in un corpo a corpo col nemico. Nacque così quell'immagine dei Fabbri, visti come esseri un po' particolari: uomini forti ed un po' selvatici, capaci di vincere la lotta con quel materiale inizialmente così poco gentile e malleabile.

Uomini a cui era permesso, talora, di trascendere e di lasciarsi andare alle ebbrezze del vino perché, tanto, erano protetti dagli Dei. Non molto diversi, insomma, dal loro padre putativo, dal loro simbolo. Efesto (Vulcano), marito della bella Afrodite (Venere), Dio del fuoco e degli Inferi e temuto dallo stesso Zeus (Giove) padre degli Dei. Gli antichi Romani, assai più pratici e meno "sognatori" dei Greci, dalla cui cultura avevano tanto attinto, trasformarono e realizzarono la figura del fabbro. Nacque "l'homo-faber"; ancora produttore di armi ma anche, sempre più, dedito alla fabbricazione di quegli oggetti "civili" che una società evoluta e cosmopolita, come quella dell'antica Roma, richiedevano. Anche se Plinio il Vecchio (23-79 d.C.) ci informa che, ai suoi tempi, il ferro era più costoso dello stesso argento, a Roma erano di uso corrente, oltre alle armature per combattimenti, anche serrature - picchiotti - bandelle - maniglie e cardini di ferro . I Romani avevano, inoltre, avviato su base industriale, nelle maggiori città dell'impero, non solo la produzione di armi ma anche di attrezzi per la casa e per l'agricoltura. Sembra infine, attendibile l'informazione storica relativa all'esistenza di una corporazione di fabbri già nella Roma repubblicana (IV - I Sec. a.C.).

Le invasioni barbariche, che scardinarono l'Impero Romano (forse perché non tutti i cardini di Roma erano ancora di ferro), portarono alla ribalta popolazioni che, pur digiune di civiltà nel senso romano del termine (arte, leggi, strade , architettura etc.) dimostrarono però una straordinaria maestria nell'arte del ferro. Magnifiche alcune realizzazioni Longobarde, dove, per la prima volta, il ferro è usato a scopo ornamentale ed impreziosito da ageminature in rame ed argento. Bisogna arrivare , però, a circa il 1000 d.c. perché il ferro, lavorato artisticamente, venga usato ornamentalmente nella costruzione di chiese e monasteri (Cattedrale di Winchester e Notre Dame a Parigi). Proprio i conventi divennero allora le scuole,i centri propulsori, dell'arte fabbrile e, nelle fucine annesse ai complessi religiosi, si sviluppò una straordinaria collaborazione tra monaci - artigiani (spesso provenienti da vari paesi europei) e " Fabbri Itineranti" che portavano la loro arte e le loro conoscenze in giro per l'Europa, da una sede nobiliare o religiosa all'altra. L'importanza dei fabbri in epoca medioevale è ben testimoniata. Famoso il documento relativo a certi privilegi concessi ai Fabbri di Pisa dall'arcivescovo Dalberto nel 1095 e poi confermato dai suoi successori. A dar conferma, invece, dell'aurea di mistero che ancora circondava la loro arte negli ordinamenti medioevali di alcune città si proibiva ai fabbri di esercitare la magia e l'incantesimo e di insegnare agli apprendisti tali "Opere diaboliche ed espedienti satanici" , e ciò a pena della vita.


La produzione di metalla era, tuttavia, ancora assai scarsa. I forni posti usualmente vicini alle miniere erano semplici letti di terra refrattaria (forni a basso fuoco) su cui si poggiavano i minerali di ferro spezzettati misti a carbone pure finemente spezzettato. In Catalogna già si fondeva in speciali fosse (Forni Catalani) da cui si otteneva ferro in "massello". solo verso la fine del XIII sec. (Alto Medioevo) , in Germania, furono introdotti gli "Stuckofen", forni verticali a forma di tino che, grazia all'applicazione di energia idraulica ai mantici consentivano la produzione di grandi quantità di ghisa da "ridurre" e trasformare successivamente in ferro sul bassofuoco.

Produzione di bandelle per
portoni nel XVII sec.
Questi forni segnano una rivoluzione; per la prima volta c'è grande disponibilità di metallo. La figura del fabbro si scinde: al " Faber Ferraius" vengono affidate le opere di carpenteria complementari alla architettura civile e militare, mentre al " Magister Clavarius" oltre alle chiavi e serrature , come suggerisce il nome, vengono affidate tutte le opere decorative e le inferriate.

Mentre nel resto dell'Europa perdurava il Gotico nella sua forma più tarda, in Toscana prende vita e si sviluppa una straordinaria fioritura di pensatori ed artisti che prende il nome Rinascimento (sec. XV- XVI) . uno dei suoi frutti principali fu l'utilizzo della " prospettiva " nella pittura e nella architettura, permise la chiara identificazione d'una porzione ben definita. I maggiori artisti ed architetti (Jacopo della Quercia) presero a collaborare strettamente, in fase di progetto, coi fabbri, su un piede di parità imposto dal reciproco rispetto artistico. I ferri per Palazzo Strozzi a Firenze furono battuti verso il 1490 dal grande Niccolò Grosso, detto il Caparra, su disegni tracciati da Benedetto Majano e Simone del Pollaiolo.

Il 1600 è secolo sinonimo di Barocco, di enfasi e teatralità. Anche nell'arte del Ferro Battuto si sfrutta la eccezionale malleabilità del metallo, dono della migliorata tecnologia (il ferro disponibile aveva un bassissimo contenuto di Carbonio 0,04%), per ottenere ornamenti sempre più elaborati e morbidi . Verso la fine del secolo, riecheggiando la evoluzione delle " grilles d'honneur " francesi, si impone il motivo di un vaso centrale dorato dal quale fioriscono intrecci di fiori e foglie battute sottili con grande maestria. Nel Settecento i disegni si arricchiscono ulteriormente di fogliame. La foglia, ormai tagliata da lamiera, si innesta alle volute e viene dorata e spesso , anche dipinta di azzurro o di bianco è l'apice del ferro battuto e dell'arte fabbrile. Anche se il ferro è lavorato e trattato per ottenere risultati tanto diversi dal suo spigrito duro e rude (così ben capito nel periodo rinascimentale), ai fabbri spetta tutto il riconoscimento della società.

Svanita, quasi totalmente, l'aura di magia resta in tutti la convinzione che il Fabbro sia un gran maestro che esercita un'arte ammirata e ricercata. Jean Tijou un Maestro-Fabbro francese che operò in Inghilterra tra la fine del seicento e l'inizio del settecento , ottenne dai sovrani di quel paese il titolo di baronetto. Durante il Neoclassicismo ( circa metà XVII metà XIX sec.) si prospetta un declino dell'arte fabbrile. In una architettura fredda e calcolata tutta tesa ad una spesso stucchevole ricerca grafica e convenzionale della austerità classica, non c'è posto per la creatività del fabbro né per l'estrosa martellata che spesso dava vita e segnava la sua arte. Per la prima volta , il fabbro esecutore diventa sottoposta al progettista che nulla concede alla fantasia creativa ed all'interpretazione.
Il sempre più largo imporsi delle fusioni in ghisa inaridisce ulteriormente l'arte fabbrile il cui declino sembra inarrestabile. Solo verso la metà del secolo scorso, sulla spinta del pensiero romantico Ruskin e Morris, in Inghilterra teorizzano la possibilità di rinascita dell'arte solo se strettamente legata alla rinascita dell'artigianato. Nelle officine di bolanger in Francia, l'architetto Violet- Le Duc riprende la lavorazione del ferro battuto ridando dignità e vita ad una arte davvero moribonda.

Proprio durante la seconda metà del secolo scorso ed i primi decenni del nostro secolo nasce e si impone lo stile Floreale o Liberty. La riscoperta della natura e delle sue linee, come formale elemento costitutivo degli spazi in architettura e nei nuovi prodotti artistici, crea inebrianti nuovi spazi anche per i Fabbri che, avvalendosi di tutti i più recenti ritrovati della tecnica ( macchine a vapore, saldatura ad ossigeno etc.) producono cancelli , ringhiere e balconi , suddivisi in spazi ben ritmati e ricchi di frutti, fiori, uccelli, pesci. Ai nostri giorni, dopo decenni di limbo coincidenti con l'affermarsi del non ancora morto" Movimento Moderno "o " Razionalismo" ( Le Corbusier 1887 - 1965 ), l'arte fabbrile sta rapidamente riconquistando tutta la sua dignità. Abbandonate le sterili dispute sulla legittimità o meno, di utilizzare tutti i nuovi strumenti della ricerca ( Saldature elettriche , forni elettrici, presse etc.), si assiste ad una rinascita del Ferro Battuto sorretta e, quasi, imposta dalla richiesta dei progettisti e della committenza. Personalmente non ne siamo assolutamente sorpresi. Le garanzie di sicurezza ed ornamento , che per millenni ha dato il metallo più abbondante ed utile della terra, non sembrano meno importanti per l'uomo odierno di quanto lo fossero per l'antico. Sembrano anzi connaturate al suo esistere. Si ! può ben darsi che ci sia qualcosa di " magico" nel ferro Battuto che lo farà restare al suo posto, vicino all'uomo, per alcuni altri millenni.

Dr. Arch. Bruno Gonzato


C'era una volta l'homo faber

La lavorazione del ferro iniziata intorno al 1400 a.C., dà nome a un epoca, l'età del ferro durante la quale l'uomo scopre la duttilità di questo metallo e comincia a utilizzarlo per creare utensili che lo aiutano nella vita di tutti i giorni.
L'arte di forgiare il ferro nasce dalla necessità dell' uomo di migliorare la propria qualità di vita costruendo i primi attrezzi agricoli in ferro che sostituivano egreggiamente quelli di pietra e di bronzo.... successivamente nel costruire armi per la caccia, e per procurarsi "amici" presso i popoli vicini.

Fortunatamente qualcuno pensò che il ferro poteva anche trovare un uso più funzionale e creativo, diventando cosi' robuste inferriate, chiodi, ferri di cavallo, ma anche oggetti d'arredamento come letti, sedie, mobili e tutte quelle opere che sono arrivate fino a oggi.
Nasceva cosi' l'homo faber.... che generazione dopo generazione si è sempre di più migliorato nella pratica e nell'ingegno lasciando testimonianze autentiche della sua maestria.

Oggi la situazione si è un po modificata, sono infatti rarissime , purtroppo, le botteghe che eseguono l'antica tradizione di forgiare il ferro, un mestiere che ha bisogno di abilità tecniche, capacità creativa e tanta, ma tanta passione.

Parlare oggi di ferro battuto desta una certa confusione.... Con tutti i semilavorati oggi in commercio l'artigiano ha poco a poco perso la fantasia, la manualità, e nello stesso tempo la particolare bellezza dei propri lavori, che solo il fuoco può dare, infatti oggi basta recarsi da un veditore acquistare dei semilavorati ed assemblarli in maniera più o meno ordinata e voilà ecco pronta una ringhiera una cancellata una lampada......
Prodotti sicuramente di grande bellezza e qualità, ma sicuramente troppo schematici e ripetitivi che non hanno la storia di un'arte che rende un lavoro unico nel suo genere.



mercoledì 4 marzo 2009

Cancello in ferro battuto